Dieta, salute e media

La crisi attuale che stiamo vivendo, come dimostrano recenti ricerche (di cui probabilmente la più attendibile è quella realizzata dall’osservatorio per la salute della donna ONDA), dimostrano come il calo del potere d’acquisto degli italiani abbia influito direttamente e negativamente sulla spesa relativa alla salute. Un’atteggiamento in controtendenza quando si parla di consumo è quello che vede invece gli italiani spendere di più e meglio negli alimenti, prediligendo l’acquisto di prodotti bio, magari direttamente dai produttori (contadini ed allevatori), al fine di migliorare la qualità del cibo sulle proprie tavole.

La sensazione, se andiamo ad analizzare questo genere di comportamenti, è che gli italiani siano entrati nell’ottica di idee che sia meglio gestire la propria salute attraverso piccole abitudini quotidiane, sane e sostenibili, invece che, come avveniva fino a qualche anno fa, disinteressandosene in maniera più o meno spudorata; per quanto i dati siano ancora sconfortati, parliamo di percentuali di popolazione ancora troppo basse, assistiamo ad un trend che vede aumentare il consumo di frutta e verdura nelle famiglie italiane a scapito di alimenti meno sani.

Se da un lato le famiglie italiane sembrano aver assunto una nuova consapevolezza relativamente ai temi riguardanti la salute in genere e l’alimentazione in particolare, dall’altro assistiamo ad un’aggressione quotidiana da parte dei media che, seppure sostengano continuamente ogni campagna pensata per la prevenzione da organismi e strutture pubbliche e non, sembrano continuamente impegnati a diffondere falsi miti, modelli di bellezza e di salute che di sano non hanno proprio nulla; basta dare un’occhiata sulle riviste a maggior tiratura e sui siti che specificatamente si occupano di dieta ed alimentazione per notare un continuo proliferare di contenuti che rivendono concetti che nulla hanno a che vedere con la salute ed il benessere della persona.

Agganciati ai portali tematici e alle riviste che trattano questi argomenti troviamo spesso sistemi di marketing verticale che sono pensati esclusivamente per spillare soldi a tutta quella gente che ha problemi di peso, più o meno reali, o comunque di salute dovuti a cattive abitudini alimentari; troppo spesso troviamo consigliate diete eccessivamente ipocaloriche, per nulla o quasi bilanciate, deleterie per la salute, o venduti, in maniera più o meno palese, tisane e ritrovati farmacologici per la perdita di peso che nella maggior parte dei casi non solo non danno alcun beneficio in termini di dimagrimento ma sono addirittura fortemente deleteri per la salute umana.
Le stesse aziende sfruttano questo trend che vede gli italiani sempre più attenti alle tematiche relative a salute, dieta ed alimentazione per vendere i propri prodotti, spesso attraverso pubblicità ingannevoli; l’ultimo e più eclatante caso in questo senso riguarda la Danone, recentemente multata dall’antitrust per €400.000, a causa degli spot ingannevoli su uno dei suoi prodotti di punta, danacol, i messaggi diffusi attraverso questa pubblicità vengono definiti “fortemente e deliberatamente ingannevoli” dall’autorità competente in proposito.

I media stanno continuamente diffondendo messaggi che tagliano fuori ed in alcuni casi screditano i medici, portando la gente a pensare che per strutturare una dieta, non necessariamente dimagrante ma anche solo pensata per seguire un’alimentazione sana e sostenibile, sia possibile agire in maniera autonoma e indipendente senza una preventiva consultazione col proprio medico, dietologo o nutrizionista, di fiducia.

Contrariamente a quello che dichiarano pubblicamente, per tanto, i media non fanno informazione in proposito, non spiegano al pubblico, se non in maniera molto superficiale, le caratteristiche degli alimenti nè quali sono le abitudini che possono facilitare l’insorgenza di alcune determinate patologie, ma si limitano a trattare l’argomento salute e alimentazione in maniera superficiale; consigliano diete ipocaloriche alle persone ma non dicono che una dieta ipocalorica è un regime dietetico che per essere strutturato necessità di esami specifici basati sull’analisi, ad esempio, dell’indice di massa corporea, altezza, peso, età, sesso e molto altro ancora, portando magari una ragazza di 25 anni a seguire una dieta pensata per una di 18, che pesa 5 chili in meno ed è alta 20 cm di meno, disinteressandosi del fatto che questo può portare a danni alla salute anche gravi.

Oppure continuamente leggiamo di diete strampalate, quella del minestrone, quella dell’anguria e via dicendo, basate sul consumo di un solo alimento (una cosa assolutamente fuori dal mondo), per non parlare delle tisane (fin troppo di moda); ci sono oggi migliaia di ragazze la cui nutrizione dipende esclusivamente dal consumo di tisane e di pochi grammi di insalata al giorno (ovviamente neanche condita)! Questo tipo di abitudini, protratte nel tempo, porterà a costi sociali ed umani nel tempo di cui inizieremo a realizzare la portata solo fra qualche decina di anni.

Tutto questo mentre da un lato si fanno continue campagne contro i disturbi alimentari (vedesi anoressia) e dall’altro si ritoccano con photoshopp le immagini delle modelle per farle apparire più magre di quello che in realtà non sono già di loro.

Occorre per tanto, di fronte l’aggressione mediatica che le grandi aziende praticano quotidianamente ai danni soprattuto dei più giovani, che tutti ci impegnamo affinchè si diffonda sempre più quella che è la vera cultura dell’alimentazione, perchè si diffonda la consapevolezza che una dieta non è solo qualcosa da seguire un mese all’anno per perdere qualche chilo che consideriamo di troppo, ma un modo (come dice la parola stessa se recuperiamo il suo etimo greco primordiale: diaì-ta, stile di vita) di organizzare la propria alimentazione per fare in modo di mantenerci in buona salute sempre; una scelta consapevole per migliorare la qualità della propria vita!

Informazioni sull’Autore

Andrea Romanazzi

Fonte: Article-Marketing.it